L’affinazione del Palladio ha lo scopo di recuperare il palladio presente in materiali di scarto di altre lavorazioni, come quella orafa, odontoiatrica o scarti elettronici.

Il processo di affinazione serve ad eliminare tutte le impurità presenti in questi residui di lavorazione, così che il Palladio possa essere nuovamente introdotto sul mercato ed utilizzato in nuovi processi produttivi.

I processi di affinazione possono essere di diverse tipologie, al termine del processo si ottengono delle lamine o dei grani (coppelle). Il prodotto risultante dall’affinazione è di puro Palladio pronto per essere impiegato nuovamente.

Il nostro sistema di affinazione del Palladio è svolto grazie all’utilizzo di macchinari e tecniche di ultima generazione, il nostro scopo è quello di ottenere il migliore risultato minimizzando i costi e garantendo la massima sicurezza.

Il palladio non si ossida all’aria ed è l’elemento meno denso e con il punto di fusione più basso di tutto il gruppo del platino. È tenero e duttile dopo ricottura, ma aumenta molto la sua resistenza e durezza se viene lavorato a freddo (incrudito). Il palladio si dissolve lentamente in acido nitrico, acido solforico caldo, e se finemente polverizzato anche in acido cloridrico. In acqua regia si dissolve rapidamente a temperatura ambiente.

Questo metallo è inoltre estremamente permeabile all’idrogeno: può assorbire fino a 900 volte il suo volume in idrogeno a temperatura ambiente. Si pensa che questo possa accadere grazie al formarsi di idruro di palladio (PdH2), ma non è chiaro se tale composto si formi realmente o sia solo un’associazione temporanea. Gli stati di ossidazione più comuni del palladio sono 0, +2, +3 e +4. Di recente sono stati sintetizzati composti del palladio in cui tale elemento assume stato di ossidazione +6.[1] Tuttavia, fino ad ora non è stata presentata alcuna prova per tale componente.